Una storia di… grazia!


Una storia di… grazia!


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Oltre ad amare le storie sono appassionata di letture filosofiche/spirituali. Ho la libreria piena! Sono molto affezionata a questi libri perché mi hanno accompagnata nel percorso di ricerca di me stessa e della felicità! Questa è una storia tratta proprio da uno di questi testi: “La vita che vuoi” di Leela, Prasad, Alvina, edizione Universale Economica Feltrinelli.
Si tratta di una storia taoista accaduta, pare, nella Cina di Lao-tzu e molto amata da Osho.

Zen-Monk
«In un villaggio viveva un vecchio molto, molto povero, ma persino i re erano invidiosi di lui perché aveva un meraviglioso cavallo bianco. Gli offrirono cifre favolose per comprare l’animale, ma il vecchio rispondeva a tutti: “Questo cavallo per me non è un cavallo, è una persona. E si può vendere una persona, un amico?”. Benché fosse molto povero, l’uomo non vendette mai il cavallo.
Un mattino non lo trovò nella stalla. Accorse tutto il villaggio e la gente gli disse: “ Stupido vecchio! Lo sapevamo che un giorno o l’altro te l’avrebbero rubato. Sarebbe stato meglio venderlo. Che sventura!”. Il vecchio rispose: “ Non mi sbilancerei così tanto… al massimo potete dire che il cavallo non è nella stalla. Questo è un fatto. Tutto il resto è solo una congettura. Se sia una disgrazia o una fortuna non lo so, perché ciò che è accaduto è solo un frammento. Chissà cosa ne verrà?”.
I compaesani lo derisero, del resto sapevano che era un po’ pazzo. Ma dopo 15 giorni, all’improvviso il cavallo ritornò. Non era stato rubato, era scappato nella foresta e si era ripresentato con una dozzina di cavalli selvatici.
La gente del villaggio di radunò di nuovo e commentò: “Vecchio, avevi ragione, non era una disgrazia, si è rivelata invece una fortuna”. Lui rispose: “Di nuovo vi state sbilanciando troppo… Si può solo dire che il cavallo è ritornato, chissà se è una fortuna o no? È solo un frammento… leggendo una sola parola di una frase, come potete giudicare l’intero libro?”. Stavolta gli altri non poterono ribattere granché, ma erano sicuri che avesse torto. Dodici cavalli meravigliosi!
Il vecchio aveva un unico figlio, che cominciò ad addestrare i cavalli selvatici. Dopo una settimana cadde da cavallo e si ruppe le gambe. La gente si radunò nuovamente e di nuovo tutti cominciarono a trarre conclusioni: “Avevi ragione: era una sventura. Il tuo unico figlio ha perso l’uso delle gambe e, con l’età che hai, era il tuo unico sostegno. Ora sei più misero che mai”. Il vecchio disse: “Avete proprio la mania di trarre conclusioni… non sbilanciatevi, dite solo che mio figlio si è rotto le gambe, ma nessuno sa se sia una disgrazia o una fortuna. La vita arriva un frammento alla volta e non ci è dato sapere di più.”.
Dopo una settimana, la Cina entrò in guerra e i giovani del villaggio furono reclutati per il servizio di leva obbligatorio. Restò soltanto il figlio del vecchio, perché aveva le gambe rotte. L’intero villaggio era in lacrime e si disperava perché tutti sapevano che in quella guerra la maggior parte dei giovani avrebbe perso la vita. Andarono dal vecchio e dissero: “Avevi ragione, quella storia si è rivelata una fortuna. Forse tuo figlio resterà zoppo, ma è ancora qui con te. I nostri figli se ne sono andati per sempre.”
Il vecchio osservò un’altra volta: “Non avete perso il vizio di trarre conclusioni… Nessuno lo sa! Dite solo che i vostri figli sono stati costretti a entrare nell’esercito e mio figlio invece no. Ma solo Dio, il Tutto, sa se questa è una sventura o una fortuna.”»

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Vi chiederete: “Perché questa sarebbe una storia di grazia?”

Perché il vecchio vive in una condizione di grazia! Non giudica, non interpreta, non trae conclusioni sulla vita e su di sé come invece fanno gli abitanti del villaggio usando sempre schemi mentali che riducono la visione degli eventi reagendo con paura, preoccupazioni e dubbi.

“Il vecchio riceve ciò che la vita gli dà e vive in pace, rilassato e in gratitudine. Questa è la grazia!”

Viene subito da pensare che forse questo atteggiamento sia solo passivo e remissivo rispetto alla vita. Siamo tutti cresciuti sentendoci dire “Se ti capita un evento negativo rimboccati le mani, reagisci e fai qualcosa!”. Così abbiamo sempre cercato di seguire il più possibile questo consiglio, accorgendoci però che a volte non funziona oppure non troviamo pace lo stesso. Vi è mai capitato di sentirvi come se stesse nuotando controcorrente? Ti senti stanco, provato e non riesci ad arrivare alla metà perché la corrente ti ostacola o ti rallenta. Provate a rifletterci: come state nuotando nel mare della vita? A volte non abbiamo nemmeno la consapevolezza di come stiamo procedendo. E dopo averne preso coscienza? Beh, provate a riflettere su questo concetto: forse il punto sta proprio insito nella qualità del FARE e la vera svolta per vivere la grazie sta nel LASCIAR ACCADERE o nel FAR ACCADERE le cose!

Anche se il vecchio saggio aveva compreso questo principio, la vita non lo ha risparmiato da eventi negativi, perché la grazia non implica che accadranno solo e sempre cose positive. La differenza sta nel saper interpretare questi eventi e la saggezza è il sapere andare oltre il giudizio del positivo o negativo, oltre la percezione del bene o del male, dell’avere torto o ragione.

“La Grazia non è tanto ciò che ti accade, ma è come tu rispondi… più sei aperto alla grazia e più lasci che le cose accadano piuttosto che cercare di farle accadere.”

Magari vi state chiedendo come sia possibile allora raggiungere i propri obiettivi in questa vita se non si deve cercare di far accadere le cose. Domanda legittima… magari ne parleremo in un’altra cristory! A presto!

Cri

4 Comments on “Una storia di… grazia!

  1. Ciao Marcello! Benvenuto! Sono contenta sia piaciuta anche a te questa storia. Purtroppo non siamo capaci di accettare serenamente ciò che di spiacevole accade e questo rifiuto porta grande sofferenza. Il vecchio ha trovato il modo per non soffrire!

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  2. Ci sono persone che hanno realizzato gran parte dei loro desideri, la mia vita invece è sempre stata piena di imprevisti; cambiamenti magari non voluti da me, si soffre ma poi si possono rivelare non troppo negativi . Per quanto riguarda l’opinione altrui sto imparando ad andare per la mia strada, anche sbagliando,forse troppo spesso😀😀😀

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  3. Sbagliando s’impara! 😉 Ciao Laura! Da quello che scrivi dai l’idea di essere un’anima in evoluzione! Non è facile intraprendere questo cammino dentro di sé, ne so qualcosa. Credo però che sia la scelta più coraggiosa e giusta che si possa fare per dare un valore al dono della vita: renderci anime migliori! E’ più semplice dare la colpa di ciò che accade al mondo esterno che ricercarne le cause dentro di noi. Quindi… BRAVA LAURA! Siamo nello stesso club! 😉 In bocca al lupo!

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